venerdì 30 gennaio 2009

Il Pendolo di Foucault
Le aberrazioni delle ragioni del cuore di Alberto Fortunato

Il professore Eco. Via Zamboni Bologna primavera dell’89. Ha preparato la lezione di semiotica per il giorno dopo. E’ un venerdì caldissimo di Maggio. Io ho messo le maniche corte. Lorenza porta ancora le calze e sbuffa il caldo. E’ finita ne “Il Pendolo di Foucault” del professore. Incorniciata negli anni settanta gioca a flipper a colpi di anca e pantalone a zampa di elefante. Le manca un esame io invece ho dato solo quello che le manca. Semiotica. Alberto, il proiettore? L’ho restituito prof. Lo abbiamo ripetuto per ben tre volte da stamattina. Sul muretto del portico antistante Piazza Verdi, Umberto Eco scrive sull’A4 a matita le note per la presentazione de Il Pendolo. L’indomani "dopo semiotica però" , si va alla Feltrinelli, sotto le Due Torri. "Ci aspettiamo un centinaio di persone". Fuori ci saranno i ragazzi del Piccolo Bar, non sanno schierarsi né a favore né contro il Pendolo. Non l’hanno neanche letto ma sanno che ci sono gli anni settanta e gli anni ottanta. Sanno che alla stazione è scoppiata una bomba del terrorismo nero. La banda della Magliana la scopriranno più tardi. TG2, Minoli, Enzo Biagi. Il Pendolo di Foucault è un libro fatto di libri. Molti libri insieme. E' un giallo, un saggio, un libro d’avventura, un reportage storico, provocatorio e caustico. L’intenzione di base di Eco è tutt’altro che letteraria. Il nocciolo de Il Pendolo di Foucault è l’esposizione paradigmatica di una tesi: le aberrazioni della ragione, ancorché affascinanti, generano mostri, e possono risultare terribilmente pericolose. Il Pendolo tesse sotto gli occhi affascinati degli eletti una fitta rete di richiami e rimandi letterari, filosofici e culturali che rimangono per gran parte celati al comune lettore.

Il Pendolo non ha una trama, non ha un tempo e non ha un’azione. Riassumere la trama de Il pendolo di Foucault è troppo difficile. La storia è quella di alcuni redattori milanesi, tra gli anni 70 e 80, e del loro sgangherato ritmo lavorativo. Ma è anche la storia di una colossale mistificazione che, ordita con avventata leggerezza, si trasforma in un inquietante scenario in cui compaiono i simboli,dai Templari, ai Rosacroce, dai Miti Celtici, ai Culti dell’antico Egitto, dal Santo Graal , ai Vangeli Apocrifi, da Napoleone a Hitler, a Cagliostro. Il Pendolo è una giostra di evoluzioni, tra misteri celati (o svelati), interpretati (o travisati), tra scienze occulte, società segrete complotti cosmici e… un Piano, il Piano! Quello che tre redattori editoriali si inventano per noia e che qualcuno prende troppo pericolosamente sul serio. Lorenza Pellegrini è scomparsa nel nulla. La ricordo sui gradini frettolosi di un treno per Roma alla stazione di Bologna. Un amore spezzato da una botta forte nel petto come la bomba che ha squarciato il marmo il 2 Agosto dell’80. Un amore iniziato e finito alla Feltrinelli. Uno dei primi per me. Uno dei forti, poi ascolto per radio la musica in codice. Ciao Lorenza. Ciao Casaubon. Ovunque voi siate.

1 commento:

  1. Quella" Lorenza Pellegrini è scomparsa nel nulla, ma io, negli anni '80 studentessa al D.A.M.S., mi sono poi laureata e ci sono ancora!Potete controllare sul mio sito.
    Lorenza Pellegrini
    www.lorenzapellegrini.it
    P.S. ovviamente ho letto il libro e ne ho pubblicato uno anch'io.

    RispondiElimina